- nelle malattie dell'apparato digerente (+20,2% negli uomini);
- nelle malattie dell'apparato genitourinario (+12,2% nelle donne);
- nelle cause esterne di traumatismo e avvelenamento (+11,5% nelle donne).
In alcune singole cause di morte si evidenziano eccessi di mortalità specifici che vengono evidenziati in quanto non emergerebbero ove si avesse a considerare solo il macro gruppo della causa di morte cui appartengono. Si evidenziano quindi eccessi di mortalità statisticamente significativi:
- fra le malattie del sistema respiratorio, nella voce "altre malattie croniche delle basse vie respiratorie" (+22,3% negli uomini e +29,4% nelle donne);
- fra le malattie dell'apparato digerente, alla voce "cirrosi, fibrosi ed epatite cronica" (+52,5% negli uomini e +19,5% nelle donne);
- fra le cause esterne di traumatismo e avvelenamento, alle voci "accidenti di trasporto" (+20,2% negli uomini) ed "altri accidenti" (+25,4% negli uomini e +44,9% nelle donne).
- fra i decessi per tumore, nelle specifiche sedi tumorali: per i maschi nei tumori maligni del fegato e dei dotti intraepatici (+11,2%) e della laringe (+50,6%); nelle femmine per i tumori dello stomaco (+18,8%) e per leucemie (+23,9%).
L'analisi delle cause di mortalità per il periodo 2012-2015, condotta per residenza all'interno della provincia di Potenza o di Matera, consente inoltre di cogliere la caratterizzazione fra le province degli specifici eccessi/difetti di mortalità.
L'analisi standardizzata delle cause di decesso della regione Basilicata e delle province di Potenza e Matera, rispetto al riferimento nazionale, consente quindi di cogliere l'eccesso/difetto di mortalità sia complessivo che per specifiche cause, dando utili informazioni alle istituzioni sanitarie sulle particolari patologie per le quali si evidenziano eccessi di mortalità, consentendo di attivare gli opportuni approfondimenti eziologici e gli interventi necessari per migliorare le condizioni di salute della cittadinanza.
L'analisi degli eccessi/difetti di mortalità per la mortalità generale a livello comunale, rispetto al riferimento regionale, consente di evidenziare come soltanto specifici enti civici presentino criticità che potrebbero necessitare ulteriori indagini volte ad evidenziarne le cause.
Qualora le cause di decesso fossero fornite dall'ISTAT a livello comunale, in luogo che provinciale, l'analisi standardizzata della mortalità potrebbe già cogliere le specifiche patologie che ne determinano eccessi. Ove Istat fornisse poi per province (e magari anche comuni), oltre che la causa di decesso, anche l'informazione dell'età al momento del decesso, sarebbe possibile cogliere le specifiche fasce d'età in cui si presentano eccessi di mortalità ed effettuare anche l'analisi standardizzata con metodo diretto, ovvero calcolando i tassi standardizzati di mortalità rispetto ad una popolazione di riferimento.
Questi dati dunque, qualora forniti quindi ad un maggiore livello di dettaglio (cause ed età al decesso a livello comunale) consentirebbero quindi agevolmente di ricostruire un miglior quadro epidemiologico della cittadinanza per territorio di residenza. I dati, che sono della collettività, sono quindi raccolti, ma resi pubblici ad un livello di dettaglio inferiore alle esigenze epidemiologiche. La collettività potrebbe quindi attivarsi al fine di poterli utilizzare a monitoraggio e tutela della salute pubblica. Appare evidente, difatti, come il non avere conoscenza tempestiva e periodicamente aggiornabile dello stato di salute di una cittadinanza non consenta neanche di poter attivare alcun intervento volto a migliorarne le condizioni.