Questi “super batteri” possono entrare in contatto con l’essere umano tramite l’agricoltura, l’allevamento o tramite le fonti di approvvigionamento idrico \cite{Aslan_2018}. Diversi metodi di ossidazione avanzata per il trattamento, e quindi per la rimozione degli ECs sono presenti nella letteratura scentifica. Tra i più accreditati troviamo ultrafiltrazione \cite{Secondes_2014}, adsorbimento su carboni attivi e ossidazione con ozono \cite{Prado_2017}. Data la forte resistenza della matrice inquinante in questione, questi processi sono accoppiati con sistemi a ultrasuoni per poter migliorare le rese di rimozione. L'adsorbimento su AC (carbone attivo) è considerato come la migliore tecnologia disponibile per la rimozione di contaminanti in tracce. La sua vasta gamma di microstrutture, gli permette di assorbire piccoli contaminanti organici, inclusi gli ECs. Per migliorare l'adsorbimento, sono state esplorate diverse tecniche, tra cui l'irradiazione con ultrasuoni (US). Tramite le vibrazioni causate dagli ultrasuoni, le particelle di carbone in polvere (PAC) sono agitate creando un’omogenea miscelazione anche in assenza di un agitatore meccanico.  Lo studio di \citealt{belgiorno2014} descritto nel paragrafo successivo, analizza le diverse rese di rimozione di alcuni contaminanti emergenti tramite la tecnologia sopracitata.

Adsorbimento di contaminanti emergenti con l’ausilio di ultrasuoni

Sono state utilizzate nei test tre soluzioni di ECs differenti: diclofenac, carbamazepina e amoxicillina, in singolo e in miscela. Riguardo agli ultrasuoni, sono stati effettuati test sia in assenza, sia con due diverse frequenze: 35 e 130 kHz. I campioni sono stati miscelati con differenti concentrazioni di carbone attivo in polvere (PAC), filtrati e successivamente analizzati per la determinazione della concentrazione residua degli ECs. Per i sistemi ibridi, ultrasuoni-PAC, è stata utilizzata la stessa metodologia ma, i campioni sono stati immersi in un recipiente colmo di acqua ultrafiltrata e a temperatura controllata, sottoposta all’azione degli ultrasuoni alle frequenze sopracitate. I risultati hanno riportato che ad alte concentrazioni di PAC, l’azione degli ultrasuoni migliora le rese di rimozione in una fase iniziale, ma diminuisce dell’1-5% successivamente. Per basse concentrazioni di PAC, viceversa le rese di rimozione aumentano fino al 25%. Come si può notare dalla Figura 2, per i processi ibridi con una frequenza di 130 kHz, le rese sono maggiori per diclofenac, carbamazepina rispetto ai 35 kHz. L'effetto è opposto nel caso di amoxicillina che ha comportato un aumento significativo della rimozione nell'ambito del processo a 35 kHz.