IL METODO DEEP-SEA 

Il metodo proposto nel lavoro analizzato, denominato DEEP-SEA \cite{Naddeo_2013}, ha come obiettivi la risoluzione delle criticità che caratterizzano il metodo e l’individuazione di un metodo valido universalmente. Esso è articolato in 4 fasi:
1.       Analisi di coerenza esterna;
2.       Analisi di coerenza interna;
3.       Individuazione e valutazione degli impatti;
4.       Valutazione degli impatti residui.
Nella prima fase si verifica se gli obiettivi del piano/programma siano compatibili con le istruzioni fornite dai soggetti pubblici o dalle amministrazioni regionali e nazionali e si procede alla costruzione di una matrice a doppia entrata che riporta nelle colonne gli obiettivi generali del piano/programma e nelle righe i loro obiettivi di natura ambientale. Con questo strumento, i tecnici possono facilmente individuare quegli elementi che non rispettano le istruzioni fornite. Nella seconda fase l’obiettivo dei tecnici è quello di analizzare il collegamento tra gli obiettivi del piano/programma e le azioni proposte: anche in questo caso si compila una matrice a doppia entrata nella quale le righe sono occupate dagli obiettivi generali del piano/programma e le colonne invece dalle azioni. Ogni cella di questa matrice rappresenta l’interazione di quel determinato obiettivo con quella specifica azione, e può essere occupata da un valore compreso tra 1 e 3. In definitiva questa è la fase nella quale i tecnici valutano le interazioni tra le azioni del piano/programma e l’ambiente. Inoltre, in essa possono definirsi 3 sottofasi:
1.       definizione degli indicatori ambientali che descrivono i settori ambientali strategici;
2.       valutazione della qualità ambientale strategica preesistente;
3.       studio di come le azioni del piano/programma vadano ad influenzare i settori ambientali strategici.
Secondo il modello DPSIR, acronimo di indicatori di determinanti, pressioni, stato, impatti, risposte, i tecnici dovrebbero esprimere una valutazione ambientale in base a degli indicatori di cui bisogna conoscere le proprietà qualitative, quantitative, il loro metodo di misurazione e l’affidabilità. Inoltre bisogna far riferimento ad un’analisi multicriteriale utilizzando vari elementi, quali peso dei vari indicatori ambientali e dei settori ambientali strategici, classe di qualità preesistente di ciascun indicatore e di ciascun settore ambientale strategico. Ogni indicatore ambientale può assumere un valore che va da 1 a 5 e nell’assegnazione dei valori ai vari indicatori ambientali si potrebbe utilizzare il metodo di Battelle \cite{Dee_1973}, che consiste nell’associare una funzione scalare ad ogni indicatore ambientale. L’ultima sottofase consiste nella valutazione dell’impatto sull’ambiente causato dalle azioni del piano o del programma mediante un’analisi multicriteriale avendo prima definito quali sono il peso e l’impatto delle azioni e dei settori ambientali strategici, la classe di qualità degli indicatori e dei settori nello scenario proposto e la classe di qualità strategica dell’ambiente preesistente. Ciò che si ottiene è un valore per ciascun impatto considerato che varia da -4 a 4 che dipenderà dalla sua importanza, reversibilità e durata nel tempo. Se il livello di qualità di un settore ambientale strategico risulta pessimo, un valore negativo dell’impatto non farà peggiorare ancora di più la classe di qualità di quel settore e viceversa. Eseguendo una somma ponderata per colonna è possibile conoscere qual è l’azione che sta generando il peggiore impatto sull’ambiente, mentre facendo una somma ponderata sulle righe è possibile determinare lo stato ambientale strategico maggiormente impattato. Nell’ultima fase i tecnici si concentrano nella stima degli impatti residui e stabiliscono infine la sostenibilità ambientale del piano/programma.