L’innalzamento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni influiranno col passare del tempo sulla produttività agricola con un impatto pressoché negativo, inoltre, la non sostenibilità di alcune pratiche agricole con il riversamento degli scarti prodotti determina un concreto inquinamento che mette in serio rischio l’ecosistema naturale. Una delle soluzioni a queste tematiche potrebbe essere l’acquaponica, producendo cibo di qualità in maniera sostenibile e competitiva, un sistema che garantisce una maggiore resa e una maggiore velocità di crescita delle piante coltivate. Dunque, creare un ecosistema naturale in un ambiente artificiale produce uno spreco minimo, richiede input energetici limitati e produce impatti postivi sull’ambiente. In tali impianti l’acqua circola dalle vasche dei pesci raggiungendo e fertilizzando le piante, per tornare poi “depurata” nella vasca dei pesci pronta a eseguire nuovamente lo stesso ciclo. Questo consente di recuperare tutta l’acqua che le piante non sono state in grado di assorbire, riducendo del 90% il consumo acqua per kg di prodotto rispetto all’agricoltura tradizionale. Il seguente articolo intende valutare la fattibilità tecnica-economica di un sistema acquaponico mediante la realizzazione di un progetto preliminare di un’area ricadente nel comune di Alfano (SA). Il sistema progettato occupa una superficie netta di 1075 m2 di cui 36,6% di acquacoltura, 46,2% coltivazione piante e 17,2% vasche di raccolta; per una gestione efficiente dell’impianto sono previsti una serie di trattamenti: filtro meccanico a tamburo, filtrazione biologica e trattamento lampada UV. Infine, a seguito dell’analisi costi benefici effettuata è stato stimato un tempo di ritorno semplice dell’investimento pari a 3 anni e mezzo.