Tra le diverse modalità con cui i farmaci possono entrare in contatto con gli ecosistemi vi sono lo smaltimento improprio di farmaci scaduti o inutilizzati, l’utilizzo di farmaci in acquacoltura, gli scarichi delle industrie farmaceutiche e delle aziende ospedaliere. Tuttavia, la fonte principale di contaminazione da farmaci è rappresentata dall’uomo, poiché i pazienti sottoposti a terapia assumono sostanze che in parte non vengono metabolizzate ma vengono espulse come tali o sottoforma di metaboliti, i quali raggiungono le acque fognarie e successivamente gli impianti di depurazione. Così come accade per alcuni pesticidi e altre sostanze prioritarie, i prodotti farmaceutici sono sostanze ubiquitarie spesso persistenti e bioaccumulabili nell'ambiente, principalmente nelle acque superficiali , in quantità minori nelle acque sotterranee ed infine anche nell'acqua potabile secondo quanto riportato in alcuni studi \citep{othomas2009} \citep{belgiorno2013} \citep{belgiorno2008} . Questi prodotti farmaceutici rilasciati nell'ambiente possono provocare tossicità di diversa entità su cellule, organi, organismi, popolazione, ecosistemi o ecosfera \citep{dkassinos2009}. Oltre agli effetti tossici, da alcuni studi è emerso che si può verificare anche un incremento della resistenza microbica ai farmaci \citep{dhughes2012} \citep{rmstuetz2010}\citep{jblock2011} e che la presenza degli interferenti endocrini (EDC) nei sistemi acquatici danneggia il sistema endocrino umano. Dato che i processi convenzionali risultano inadeguati per la completa rimozione di tali contaminanti è opportuno sperimentare nuovi processi di trattamento in grado di assicurare un’efficienza di rimozione superiore \citep{belgiorno2014} \citep{naddeo2020}. In letteratura vengono proposte diverse tecnologie per aumentare tale efficienza come, ad esempio, l’adsorbimento, i processi di ossidazione avanzata e l’elettrocoagulazione. \citep{belgioirno2012} \citep{liu2018} \citep{hasan2019} \citep{2017a} \citep{belgiorno2013a} \citep{belgiorno2010}