Nel caso di un impianto acquaponico uno dei punti deboli in riferimento alla valutazione della sostenibilità è l’aspetto economico che riguarda il costo di investimento iniziale e la dubbia reddittività. In uno studio condotto da Asciuto et. al. \cite{Asciuto_2019} è stata analizzata la fattibilità finanziaria di un impianto pilota acquaponico in piccola scala realizzato a Palermo, avente una superficie coltivabile di 5 mq a Lattuga e una capacità di 1 mc per l'allevamento dei pesci, (Tilapia). Per il sottosistema idroponico viene utilizzata la tecnica del letto medio (MBT). Il raccolto di pesce e lattuga è stato venduto al ristorante della struttura sportiva che ospitava l’impianto. Lo studio ha dimostrato un ricavo di 293,00 € per un anno di produzione. Dalle percentuali di incidenza sul costo di esercizio, la manodopera è l'elemento preponderante circa il 50%, su questo aspetto è possibile intervenire proponendo l’istallazione di un sistema tecnologico IoT che potrebbe sostituire parzialmente o ridurre al minimo il lavoro umano. I costi energetici sono il 7% e possono essere azzerati proponendo l’istallazione di pannelli fotovoltaici per l’alimentazione notturna e per garantire l’efficienza dello IoT. Per quanto riguarda il consumo idrico è possibile applicare il sistema brevettato dallo studio Kloas et al. \cite{Kloas_2015} che un sistema a doppio ricircolo. La percentuale di 9.4% relativa al costo del mangime per i pesci può essere ridotta con l’applicazione della biotecnologia microalgale per l’alimentazione dei pesci, messo in evidenzia nello studio di Yang et al. \cite{Yang_2020}. Le proposte possono rappresentare possibili sviluppi futuri nella ricerca e comportare l'uso di modelli per l'ottimizzazione delle risorse richieste nella produzione acquaponica con l'obiettivo di identificare la combinazione produttiva per massimizzare il reddito, o per approfondire altri aspetti economico-finanziari, ambientali e sociali di questa attività.