INTRODUZIONE
La forte industrializzazione ed il rapido sviluppo demografico stanno portando ad un incremento delle emissioni odorigene nell’ambiente. Mentre l’innalzamento della qualità media della vita sta portando ad una riduzione della tollerabilità di tali odori, visto che ai cattivi odori viene spesso associata una scarsa qualità dell’aria \cite{2013}. La presenza di cattivi odori incide negativamente sulla nostra vita quotidiana, ma soprattutto incide sulla nostra salute con continui mal di testa, nausea, risvegli notturni e problemi respiratori \cite{Zarra_2019}. I processi di trattamento dei composti odorigeni ad oggi disponibili possono essere suddivisi i due categorie: processi chimico-fisici e processi biologici \cite{Xu_2021}. I processi basati su metodi chimico-fisici si sono rivelati inefficienti in presenza di basse concentrazioni di inquinanti con portate medio alte, limitandone l'applicabilità in molti casi, visto che spesso ci troviamo a trattare basse concentrazioni con portate elevate \cite{2014,Patton_2018,Ensano_2019}. I processi biologici \cite{Barbusinski_2017,Lebrero_2012,Wang_2021}, che sfruttano l’azione di microrganismi, si sono rivelati una valida alternativa a tale problematica, riuscendo a degradare basse concentrazioni di inquinante anche ad elevate portate. Le biotecnologie, che risultano più economiche rispetto alle tecnologie chimico-fisiche, mostrano una compatibilità maggiore con l’ambiente visto che operano a temperature più contenute, generalmente 10-40°C, e non necessitano di sostanze chimiche. Uno dei principali svantaggi legati a tali tecnologie è l’emissione dei gas climalteranti, nello specifico la CO2 e nel presente elaborato è stata fornita una possibile soluzione a tale problematica.
È importante sottolineare come negli ultimi anni sia notevolmente aumentata la richiesta energetica, che al giorno d’oggi viene soddisfatta prevalentemente da fonti non rinnovabili. Ciò sta generando non solo l’esaurimento delle risorse, ma anche dei gravi problemi ambientali. Per tale motivo, l’attenzione mondiale sta ruotando sempre di più attorno alla ricerca delle risorse energetiche rinnovabili e sostenibili \cite{Scannapieco_2014}.
La forte richiesta di combustibili fossili può essere contrastata con i biocarburanti che, a differenza di altre fonti di energia come gas ed elettricità, non richiede un forte adattamento del mercato automobilistico, possono essere infatti utilizzati dai veicoli già esistenti \cite{Moshood_2021,Xu_2021}. Per la produzione di biocarburanti, le microalghe hanno attirato l'attenzione di molti studi per il loro alto potenziale. Sono dei microrganismi che, tramite il processo di fotosintesi, convertono l'energia solare in energia chimica. Dalla biomassa microalgale vengono poi estratti oli, carboidrati ecc. che vengono impiegati per la produzione di biocarburanti. Possiamo quindi sostenere che i biocarburanti sono una forma di energia solare, ciò permette una distribuzione più equa in tutto il mondo, a differenza del combustibile fossile che non è equamente distribuito generando problemi economici e geopolitici \cite{Demirbas_2009}. È quindi fondamentale investire nella ricerca per ottimizzare la produzione di biodiesel, visto che la sua fattibilità dipende prevalentemente dalla giusta valorizzazione ed impiego della biomassa algale \cite{Jacob_2021}.